domenica 16 luglio 2017

Vola.

Vola.
Vola finchè puoi, vola se ne hai la forza.
Vola ora, perchè è un futuro incerto il nostro, è un continuo macinare sassi, masticare durezza, render conto alla Vita.

E allora vola, dispiega le ali che tieni nascoste, abbi il coraggio di dimostrare chi sei e cosa vuoi. Non attendere che il tempo faccia di te ciò che crede, anticipalo, sentiti padrone di te, delle tue scelte, dei tuoi sentimenti, delle tue paure.
Vivi le emozioni che fanno vibrare il tuo corpo, la tua anima, che riempiono di stimoli la tua mente. Regalati momenti di grande slancio, qualsiasi esso sia, perchè nel piattume della falsa quotidianità che ci circonda, per sopravvivere dobbiamo lanciare da soli un'ancora di salvataggio a noi stessi.
Godi di ogni esperienza voluta e non subìta, alleggerisci il bagaglio invisibile che ti porti dietro ogni giorno, guarda il cielo, corri nei prati, fermati a respirare l'aria fresca, il profumo del bosco, sciogli i nodi che ti costringono i polsi e le volontà.

Apriti e vola.

mercoledì 28 giugno 2017

Feuer Frei!

Dannate fiamme di liquido demoniaco,
l'acqua e il fuoco s'intrecciano in un abbraccio inatteso.

Un buco nero di voluttuosità, la sensazione di un istante che non sai scacciare,
il tuono, l'aria che gira, la testa che gira, fai appello alla tua volontà.

Ma che volontà?
Quale futuro?

Tutto si ferma, l'abbondanza non fa per te.
Pallide stelle lungo un cammino che appare insensato, necessità di mettere in fila i pensieri.

E' l'alba di un nuovo giorno,
sì, ma chi l'ha deciso?

Fermati, siediti, respira.
L'aria è pesante, come la tempesta che sta arrivando, cumuli grigi di impazienza e ingordigia.

Vorrei fosse una canzone, vorrei poterti intonare dolci parole con l'animo pulito.
Ma il nero che avvolge il più bello degli usignoli non smette di echeggiare.

martedì 20 giugno 2017

Sapore di casa.

Nuvola d'agosto,
colibrì saettante,
una forma, un colore, una lacrima che vibra.

E' la sera che arriva all'improvviso,
l'esperienza impossibile,
il calore precario che rende acuti i sensi.

Rotolarsi, avvolgersi, un abbraccio morbido,
dura un'ora, un istante, ma non m'importa.

Sono labbra succose,
di un amore fittizio che riempie le ore e la bocca di deliranti e sinceri sorrisi.

lunedì 15 maggio 2017

To live is to die, part.2

E' la canzone che passa in tv, il posto dove abbiamo camminato assieme.

E' la lettera che abbiamo scritto, è colui che tutto fa riaffiorare.

Tempio diroccato di un passato lontano, edificio che ho abbattuto pietra dopo pietra, con la fatica degli antichi mestieri.

Sono le note a portarmi lontano, è la freschezza dei miei giorni a vederti nuovamente sbiadire, tra vortici di passione, risate e il costante dolore.

E veder rovinare ogni mio tentativo di distrazione, fa ribollire il sangue nelle vene in un modo che non garba più a nessuno. Perchè complicare ciò che complicato non è, non fa più parte di me. 

Solo vuoto. Per favore, vuoto e piaceri, di buio ne ho visto fin troppo.

Perchè altrimenti, respirare fa male.

E morire?

sabato 6 maggio 2017

Breathe

Apri, corri, scappa via.

E' il vento, forse il vino, è la volontà di sentire che ancora l'aria ti sfiora la pelle delicata. La senti, è lì per te, nuovamente, dopo tutto l'affanno e il respiro che non sale.

La roccia è scivolosa, piange rugiada dolce. Goccia, goccia che scende, si ingrandisce, perde dimensione, avanza veloce e si schianta smarrendosi per sempre.

Roccia. Scivolosa, dura, fredda, spigolosa, scura.

Ma respiri. E la roccia, passo dopo passo si trasforma, si definisce e muta la sua presenza.

Ora sei universo, sei infinito, sei respiro.

Il respiro che è Vita. 

mercoledì 19 aprile 2017

Fermo immagine

Qual è il momento che più mi manca?
Quando ci addormentavamo senza accorgercene, nudi, uno nelle braccia dell'altro, sfiniti eppure ebbri d'amore.
Un incastro perfetto; io con la testa posata sul tuo petto, come se quella volta dio avesse creato l'incavo del tuo torace proprio della misura giusta per farci stare il mio viso.
Ecco, quel momento essenziale è ciò che più mi manca. E che tutt'ora toglie il respiro. Io, che di incastri perfetti non ne ho visti mai e mai ne vedrò.
Io, che credo nelle emozioni, ma che troppo spesso mi ritrovo a combattere ciò che non c'è.
Io, che vedo negli occhi degli altri una persona sempre diversa eppure ogni volta con lo stesso esito.
Io, che appaio e scompaio dentro un film a colori che in realtà si frantuma in un fermo immagine sbiadito.
Io, che con la mente posso tanto, ma che resto sempre così incompleta. Alla ricerca di qualcosa, perché del niente non me ne faccio più nulla.

giovedì 30 marzo 2017

Spring evening

E' la sera.
E' la sera il momento peggiore. Quando stai tornando a casa da una giornata che può essere stata un circo di avvenimenti negativi, scocciature, problemi e scazzi; come invece un divertente insieme di ore passate a lavorare, girare, fare.
Ma è la sera il momento in cui avresti comunque bisogno di quell'abbraccio. Di guardare in quegli occhi dove cercare conforto, rifugio o condivisione, complicità, un sorriso per cui pensare a quanto è bella la vita. Non di piangere sommesse lacrime amare sperando che nessuno ti veda perchè ti vergogni e non hai voglia di parlarne.

Invece no. La sera a volte c'è solo il vuoto, la tristezza, la nostalgia. La coscienza del fatto che vorresti modificare alcuni elementi per renderli caldi, gioiosi; perchè avresti voglia di ridere buttandoti sul divano, avresti voglia di gettarti sul letto e rotolare pelle contro pelle, di uscire fuori a camminare assieme parlando, ridendo, saltando, baciando.

Chissà quale diavoleria lo impedisce.
Chissà quale sortilegio possono aver fatto quelle tristi persone vuote che vedi ogni giorno e che invece quel calore lo vivono, pur non meritandoselo. 
Chissà se mai un giorno ricapiterà di aver voglia di smussare gli angoli negativi invece che far emergere solo la comoda parte algida, quell'iceberg di cui tutti vanno parlando senza minimamente conoscerlo o conoscerne le cause.

Perchè fuori c'è il sole, la Primavera ormai abbraccia ogni tuo passo e tu vorresti avere il coraggio di aprire le braccia, fingere di volare e sorridere al cielo. Ma appena provi a muovere un muscolo succede qualcosa che ti fa capire che il temporale non è passato e che la sfortuna di vivere eventi negativi e malvagi non ha finito di attaccarti alle spalle.

Fanculo. Fanculo mondo, fanculo fortuna, fanculo karma, ruote che girano, cose che accadono per una ragione e porte portoni pieni di bugie.

Così non va.

martedì 28 febbraio 2017

Labile come sempre, Vita.

L'altro giorno leggevo una frase che parlava di come la vita sia fatta di incontri e di separazioni.
Ecco...ci ho ragionato e ho pensato che alla fine, come sempre, veniamo fregati. Sì perchè per rigore di logica prima ci si incontra e poi ci si separa, non potrà mai essere altrimenti e quindi partiamo sconfitti fin dal principio.
Poi magari la vita ti mette di fronte a situazioni poco piacevoli, persone importanti che ti abbandonano senza che tu lo voglia, sia per morte, che per lavoro, per perdita di amore, necessità, o chissà cos'altro. Resta il fatto che ci incontriamo, per caso o perchè in qualche modo spingiamo affinchè la magia avvenga ed è tutto bellissimo. Il vortice di emozioni che provi quando incontri per le prime volte una persona che stimola il tuo IO è fenomenale, non vorresti mai staccartene e non potresti mai stancartene. E invece no, ecco lì in agguato i fastidi, le incomprensioni, gli ostacoli, la quotidianità, il voler risolvere da soli ciò che andrebbe condiviso. Tutto si piazza in mezzo per far sì che quel positivo che per qualche istante ti sei goduto, venga spazzato via.
Resta solo il vuoto. La separazione. Il disincanto negli occhi di una persona che sa cosa vuol dire essere felici, ma che ha anche ben chiaro cosa si provi quando questo sentimento effimero ci abbandona, per lasciare spazio al dolore, alla rabbia, al senso di frustrazione. Nulla possiamo di fronte a questo e il fatto di vederlo succedere una volta di più, la volta che non avresti voluto, fa sì che tutto poi spaventi, tutto diventi complicato, insicuro, lontano.

lunedì 9 gennaio 2017

Time goes on.

Vale in Wonderland, anni dopo.
Più grande, più saggia (forse), più stanca (di sicuro), più delusa (è una conferma).

Tanto si è fatto in questo lungo percorso con notizie non date. Non perchè non ci fosse nulla di importante da raccontare, ma perchè per la prima volta nella mia vita ero riuscita a staccarmi da lei, da Alice, dal mio Wonderland in cui tutto era e non era indistintamente. Una vita, una vita vera, vissuta. Sentimenti, concretezza, gioia, incazzature, pianti, viaggi, casa, gatti, il Bimby, tutto vero, tutto lì, per me, con me.

Poi BOOM, l'attentatore fantasma della mia vita ha deciso di farsi esplodere ancora, di sgretolare tutto, ma questo tutto era davvero tutto, era una conferma che le cose erano davvero cambiate, che anch'io c'ero, esistevo, non ero un disegno su carta colorata male e invece no, BOOM, di nuovo, forte, più forte di sempre. Buco nero. 

Sì, ci si rialza, certo che ci si rialza, altrimenti sarei sotto un treno o piena di pastiglie. Ci si rialza perchè si è forti, perchè la vita non va buttata, perchè siamo miliardi al mondo ed è bello vivere, pure così, pure con un solco dentro, pure con le lacrime che sgorgano spontanee ad ogni minima cazzata. 

E di chi è la colpa, colpa se è davvero e non si sa. Mia, sua, di tutti o di nessuno, che importa, nulla cambia. 

O tutto cambia.