martedì 25 ottobre 2011

Graffi

Should I stay or should I go? Me lo chiedo, me lo ripeto, in un vortice di domande alla 'up up up and down, turn turn turnaround, round round roundabout and over again'.
Trovo spunti di riflessione nelle trasmissioni più disparate, guardando le persone più assurde, mettendomi a ragionare sui temi più profondi e inquetanti alle ore peggiori del giorno e della notte. Sarà per questo che involontariamente ho ripreso a graffiarmi mentre dormo? No, niente sesso notturno sfrenato, sadomasochismo o giochetti erotici 'che potrebbero finir male', solo delle unghie apparentemente inesistenti che rispondono allo stimolo cerebrale di scaricare i nervi. C'è chi per stress digrigna i denti, dando vita al fenomeno del bruxismo, chi soffre di sonnambulismo, io invece mi graffio gambe, pancia, viso, e se per caso timidamente provo a cercare in Google qualche testimonianza, tutto quello che trovo ha a che fare con i gatti. Mah..
E mi ritrovo quindi a ragionare sul futuro, nonostante le continue invasioni di territorio di immagini che non mi appartengono, ma che creo involontariamente: persone e situazioni che non mi riguardano e non ho vissuto, ma che, dispettose e insistenti, vengono a visitare la mia immaginazione per creare ulteriore confusione. Ormai dovrei averle accantonate, non dovrebbero più essere motivo di batticuore e ansia, ma forse per tutto questo mi ci vorrà ancora un pò di tempo. O altro.
Dicevo, mi trovo a riflettere sul futuro e spesso mi prende la paura di non aver costruito niente, di avere 28 anni e niente in mano, nonostante un diploma, una laurea, 2 anni e oltre di esperienza lavorativa.
Guardo il mio hip hop azzurro, mi viene voglia di essere al mare, di vivere altrove, condurre una vita che oltre ai doveri ti dia tanto anche a livello conoscitivo, culturale, un bel paesaggio da vedere, un giro rilassante da fare, dei colori intensi da respirare, un divertimento da sfruttare fino in fondo. Poi mi calmo un attimo, cerco di riprendere la situazione in mano con un pò di lucidità e sento una voce che mi dice di non voler essere più veloce nei ragionamenti di quanto si possa fare con i fatti. Un pò di pazienza, Valentina, non sei mai rimasta seduta ad aspettare che il mondo ti crollasse addosso per spostarti. Non voglio dare la colpa come fanno tutti al momento, al disagio che tutti stiamo vivendo. Sì, è vero, è effettivamente così e non si scappa da questa apatia generale che respiriamo quotidianamente, ma volendo ce la si fa. Volontà. E basta sbattimenti, lacrime, pessimismo, lagne colossali. Basta. Già dirlo e affrontare la tristezza che tanto spesso mi ha accompagnata in questi ultimi due anni mi rincuora e mi fa capire che sono tornata.

venerdì 14 ottobre 2011

ottobre inutile

Ieri sera, e non è certo la prima volta che mi capita, mi sono sentita dire candidamente che non è semplice entrare in questa mia testolina. Quando capita, la mia reazione è sempre la stessa: mi si crea in volto un sorrisetto che racchiude in sé un istinto naturale al ragionamento profondo sul perché, come, cosa, misto ad un senso di soddisfazione e orgoglio. Non credo di essere così particolarmente criptica, ma questa mente dalle serrande abbassate, unita a quel 'e poi ti ho vista, ti ho studiata, tendi ad isolarti', mi fa certo pensare. Sì, lo so, da piccola ero uguale. Davvero pochi problemi (la Barbie col piede fracassato; la mamma che non ti vuole comprare un cane E NEMMENO QUEL CANE FINTO DELLE PUBBLICITA' CHE QUANTOMENO SI MUOVE, ecc...), ma il carattere, l'impriting è questo. Scambiata per asociale alle elementari, per satanista che incute timore al liceo, per streghetta pseudo-lesbica all'università (infatti non ho mai visto girare assieme due amiche, due ragazze, no, mai davvero..).
E ora, forte dei miei 28 anni, ma indebolita dagli acciacchi e dagli eventi-maledette persone, eccomi qui, analizzata e psicanalizzata dagli amici che mi girano attorno.
E quando pensi di avere effettivamente un problema con il mondo, ecco che ti si presenta davanti la coincidenza giusta per cui torni sui tuoi passi e, con un pò di sollievo e un pò di imbarazzo, ti accorgi di essere mille volte più coerente e lucida di molti altri. Ora so che la mia metafisica laurea in psicologia è vicina, ma quando ad avere problemi sono le persone a cui vuoi bene è sempre difficile ragionare con obiettività.
Ma arriverà il giorno in cui dovrò parlare, anche se so già che le mie parole saranno disperse nell'aria nella migliore delle ipotesi.
Parlo troppo? Sì. Parlo male? Sì. Parlo pesante? Sì. E allora cambio interlocutore.