Apri, corri, scappa via.
E' il vento, forse il vino, è la volontà di sentire che ancora l'aria ti sfiora la pelle delicata. La senti, è lì per te, nuovamente, dopo tutto l'affanno e il respiro che non sale.
La roccia è scivolosa, piange rugiada dolce. Goccia, goccia che scende, si ingrandisce, perde dimensione, avanza veloce e si schianta smarrendosi per sempre.
Roccia. Scivolosa, dura, fredda, spigolosa, scura.
Ma respiri. E la roccia, passo dopo passo si trasforma, si definisce e muta la sua presenza.
Ora sei universo, sei infinito, sei respiro.
Il respiro che è Vita.
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