giovedì 30 marzo 2017

Spring evening

E' la sera.
E' la sera il momento peggiore. Quando stai tornando a casa da una giornata che può essere stata un circo di avvenimenti negativi, scocciature, problemi e scazzi; come invece un divertente insieme di ore passate a lavorare, girare, fare.
Ma è la sera il momento in cui avresti comunque bisogno di quell'abbraccio. Di guardare in quegli occhi dove cercare conforto, rifugio o condivisione, complicità, un sorriso per cui pensare a quanto è bella la vita. Non di piangere sommesse lacrime amare sperando che nessuno ti veda perchè ti vergogni e non hai voglia di parlarne.

Invece no. La sera a volte c'è solo il vuoto, la tristezza, la nostalgia. La coscienza del fatto che vorresti modificare alcuni elementi per renderli caldi, gioiosi; perchè avresti voglia di ridere buttandoti sul divano, avresti voglia di gettarti sul letto e rotolare pelle contro pelle, di uscire fuori a camminare assieme parlando, ridendo, saltando, baciando.

Chissà quale diavoleria lo impedisce.
Chissà quale sortilegio possono aver fatto quelle tristi persone vuote che vedi ogni giorno e che invece quel calore lo vivono, pur non meritandoselo. 
Chissà se mai un giorno ricapiterà di aver voglia di smussare gli angoli negativi invece che far emergere solo la comoda parte algida, quell'iceberg di cui tutti vanno parlando senza minimamente conoscerlo o conoscerne le cause.

Perchè fuori c'è il sole, la Primavera ormai abbraccia ogni tuo passo e tu vorresti avere il coraggio di aprire le braccia, fingere di volare e sorridere al cielo. Ma appena provi a muovere un muscolo succede qualcosa che ti fa capire che il temporale non è passato e che la sfortuna di vivere eventi negativi e malvagi non ha finito di attaccarti alle spalle.

Fanculo. Fanculo mondo, fanculo fortuna, fanculo karma, ruote che girano, cose che accadono per una ragione e porte portoni pieni di bugie.

Così non va.

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