lunedì 23 settembre 2013

Inferno dove cammini

Ascolto con attenzione i racconti che mi vengono proposti e subito si riapre una pagina di ricordi. Materiale che pensavo di aver cancellato, ma che invece è solo lì, latente nella memoria. Quanta cattiveria e malattia in quegli anni.

Arriva il giorno in cui alzi lo sguardo e pensi di aver trovato la pace. E' tutto così accomodante da sembrare finto, ma chi non si arrende di fronte ad una proposta di felicità? E invece poi ti accorgi che la facciata così luminosa nasconde un disagio ormai radicato. Ti tornano alla mente le ore passate ad aspettare, le lacrime nelle notti mai dormite, il terrore di una violenza psicologica che poteva trasformarsi in fisica. Ti rivedi seduta sullo scalino, tremante, impotente, in silenzio forzato. Senza nemmeno la volontà di alzarti e chiudere con quella rete appiccicosa che ti tiene legato ad un rapporto malato. Il mondo non è una bolla di felicità, ma ci sono persone che distorcono anche quel poco che di veramente positivo c'è. E lo fanno in modo tale che il marcio che vedono loro arriva anche ai tuoi occhi, mettendoti davanti ad una realtà storpiata che in poco tempo diventa anche la tua. Sconvolgendoti. E quanti giorni, mesi per ritornare a sorridere, provando ad accantonare tutto, con la fiducia e la serenità ormai vicine allo zero.

Ma quando sei a terra non puoi che rialzarti, non necessariamente più forte di prima, ma almeno con un'esperienza nera come la notte nel cuore ad insegnarti che è giusto prendere ciò che di positivo ti capita. Per questo fa tristezza quando poi ti ritrovi a dover leggere boiate scritte da gente che per ovvi motivi della vita forse sa ancora poco, come niente sa di cosa ci sia stato nelle esistenze altrui. Perchè poter vivere le giornate con la libertà e la mente scarica di nervosismo, dolore e cattiveria è meraviglioso. Ma chi non ha provato un qualche tipo di inferno non può capire. E con questo aggiungo che mai augurerei qualcosa del genere. A nessuno.    

domenica 22 settembre 2013

18

194 days.
10 minutes.
2 different lives. 
2 terribly similar characters.

One old regret.
One new regret.

mercoledì 11 settembre 2013

My back

Yes, today is the day.

Grazie a tutte le concidenze che non permettono la libertà, a tutto ciò che ancora colpisce l'attenzione provocando spasmi. Al termine di tutto resta solo un attimo preciso da incorniciare, senza andare a far fiocchi e fiori a ciò che l'ha circondato.

Un dito, una volontà, una passeggiata sulla schiena.



Capiska?! A volte proprio no...
Ma sorrido. "My stupid. My beauty. No sad face, I like you when you're smiling"

https://www.youtube.com/watch?v=X_Hfy6Ng4y0

lunedì 9 settembre 2013

Sguardi nascosti

Valentina muore dentro ogni giorno di più e trova tante frasi che peggiorano la situazione.
Ma questa...questa è LA frase e allora la riporto. Senza commentare troppo rovinando il momento. Con solo tanto amore nel cuore:

"L'AMORE DELLE PERSONE TIMIDE E' SPECIALE. 
                   LORO TI AMANO CON GLI OCCHI."

Eri (sei) speciale. Lo confermo.

domenica 1 settembre 2013

Vacanze all'ospedale

Sto cercando di capire quale sia la fase più dura. Se i giorni prima dell'evento, quando ci sei dentro fino al collo o se ancora possa rivelarsi angosciante il dopo, il momento in cui provi a capire se effettivamente sia andato tutto bene, se ci saranno ripercussioni negative o cosa..
Fatto sta che anche stavolta ho superato il superabile e cerco di comportarmi al meglio perchè tutto vada così come deve. Sorrido con un pò di commozione al pensiero di aver provato un'anestesia spinale, a quanto preoccupata ero di avvertire la sensazione terribile di non "sentire" le gambe. Ma è passata. Fatto. 
Non sono nemmeno passate due settimane, ma già il ricordo del letto d'ospedale, la sala operatoria, il drenaggio sono un ricordo debole. Più forte l'umanità in reparto, il pensiero che, ehi, la salute è davvero tutto. Sembra scontato eppure se qualcosa non va dentro il tuo corpo è l'intera vita a risentirne. 
Guardo il mio ginocchio e mi rendo conto non sia stato chissà cosa, però è pur sempre IL MIO ginocchio e il timore di non riuscire a riprendere una mobilità ottimale, a piegarlo ecc mi attanaglia e prende la gola. La cosa certa è che non me ne starò senza far niente di fronte ad un percorso sbagliato. Dopo essermi rimessa il piedi il giorno seguente l'intervento, ora di sicuro non mi farò fermare da un pò di dolore. D'altronde c'è sempre chi, pur da distante e forse solo ogni tanto, pensa a me e mi scrive che sono forte. Sì. Lo sono. Lo sai. Sei riuscito a scrivere delle cose che come al solito mi paralizzano perchè mi conosci più di quanto io pensi. 

"Non gli espressi mai il mio amore a parole. Ma se gli sguardi hanno il linguaggio, il più grande stupido avrebbe capito che avevo perso la testa".

Scusa se me ne sono accorta tardi. Non me lo perdonerò mai.