lunedì 25 febbraio 2013

2013. Elezioni. Perchè?

Mentre scrivo scattano le 15.00. Basta, the end, i seggi si chiudono e ciò che è fatto è fatto.
L'Italia ha deciso, ora non ci resta che continuare ad aggiornare le pagine di quotidiani online e prefetture per cercare di estrapolare al più presto il risultato.

Ma per cosa? Per cosa andiamo a votare se poi le speranze sono così fragili? 

Sono le 15.05 e già il Sole24Ore ci regala le prime perle parlando di chi sta davanti. Vorrei tanto sapere se tutte quelle persone che mi hanno chiesto per chi voltare alla fine si siano o meno recate alle urne. Io, nonostante tutto, ho deciso di farlo per rispetto ad un diritto che ormai risulta acquisito, ma che non darei mai per scontato. Fino ad un passo prima della cabina non sapevo se avrei dato un voto ragionato, un voto di cuore o se quel voto l'avrei disperso. Poi mi sono detta che tra tutte le delusioni forse sarebbe stato il caso di evitare alcuni, per dar seguito alle idee più pure. Ma mai come questa volta mi sono trovata in difficoltà, con tutto quello che ci sta dietro e tutto quello che ancora deve avvenire. Di spaventoso. 

Stiamo a vedere quanto benessere e quanta fiducia ci arriverà da questo "nuovo" governo. Io me ne sto zitta, pensando che ai miei problemi attuali nessuno può venire incontro e che comunque, di qua o di là che siano, nessuno di questi signori rimetterà in piedi un Paese destinato a continui scossoni verso il basso. E mi fermo qui.

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