giovedì 29 settembre 2011

Travelling around the world

Voglia matta di partire, istinto naturale che chiede novità, volti nuovi, odori nuovi, strade nuove...
E non c'è posto dove non andrei. O meglio, come è normale che sia, ci sono luoghi che mi mettono paura lasciandomi un pò perplessa, ma allo stesso tempo esercitano su di me uno strano fascino; altri li raggiungerei anche SUBITO, basterebbe avere il teletrasporto. O la DeLorean. DOOOOOOOC......
Così mi ritrovo a sfogliare giornali, viaggiare in internet, sto di fronte a video che trascinano con forza dentro lo schermo, inizio a camminare lungo vie che non conosco, incontrando facce che mi dicono tutto e subito, proprio perchè mai viste, ma in realtà sono qui. La mia fastidiosissima quotidianità è essere qui, seduta davanti ad un pc. E mi mancano i rumori, gli odori, i sapori, il perdersi, l'effettivo vivere l'esperienza che manca.
ROUTINE. Cosa si può fare contro questa maledetta piaga che sotterra ogni essere vivente con un minimo di risentimento verso la normalità-quotidianità-staticità? Non pretendo scossoni da film, non faccio della mia vita un'avventura aperta a tutto e a tutti, ma puntualmente dentro di me lo stesso panorama visto per troppi giorni e troppe notti deve necessatriamente venire prima o poi modificato, pena lo sconforto più totale, la tragica apatia che sfocia in qualche timido e imbarazzante scontro con le persone, con me stessa, rabbia e fastidio a chi non ne può niente, o a chi parte di colpevolezza ce l'ha, ma non se ne rende conto, o forse non abbastanza.
Se non trovassi il viaggio in solitaria un modo per vivere a metà le esperienze partirei anche da sola, ma credo che il non poter condividere con nessuno ciò che vedi o senti dia davvero uno scarso risultato alla riuscita del viaggio. Io....io devo poter parlare, far notare, ridere, ragionare, devo avere qualcuno con me degno di portare a casa e dentro di sè per sempre quel pezzettino di vita, o mi sembra di non poter gustare appieno l'esperienza.
Saprei dove andare, saprei con chi, il passaporto è lì e ogni mattina prova a farsi sentire, richiama la mia attenzione, ma per ora anche lui non può far altro che lamentarsi, stanco e stufo di passare ogni giorno nel mio salotto di Agordo, invece che respirare l'aria di mare di *************, o il calore del ************, o.......................
Se fosse facile. Sarebbe facile. Invece no, non mi è dato di divertirmi, di vivere. Bisogna stare qui, farsi problemi, paranoie assurde, aspettare che la perfezione cada dal cielo per farti provare chissà quale smarrimento.
Più Rammstein - Meno Luca Carboni 

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