mercoledì 30 novembre 2011

Dignità, no grazie?

E' davvero necessario chiedere in continuazione "Come va?" ad una persona palesemente in difficoltà, in cattivi rapporti con la sua stessa vita da ormai troppo?


No.


O almeno, io sento di avere il buonsenso di farmi marcire in gola quella stupida domanda retorica quando vedo un'espressione maligna - in tensione, pre esplosione - sofferente.


E allora, perchè tutti gli altri invece mi guardano e, inevitabilmente, aprono quella squallida bocca che, avara di parole intelligenti, pronuncia quel "Come va?"? Forse i miei occhioni non sono così lucidi e spalancati come quelli dei mici giapponesi? Forse il mio ghigno è ancora troppo poco malato rispetto a quello che siete abituati a vedere tra le mura domestiche? O è perchè quella ormai famosa bottiglietta di Cachaça è ancora chiusa?


Beh, non mi interessa, non ho il minimo stimolo a conoscere le vite altrui, queste sopravvivenze costruite sul già fatto e il 'si fa così'. Ogni volta mi rivedo dentro un fumetto che si forma a lato testa mentre, con svariate armi improprie, procuro loro del dolore, con la migliore smorfia creata da Rodriguez per i suoi personaggi. Sogni. Incubi. O forse solo una realtà che mi sta stretta e più lo penso più ci credo, più mi dico 'sono mesi che lo pensi-dici-credi' e più mi autocritico e mi inca**o con me stessa.


Sicuramente ne uscirò e quando succederà il mio bagaglio sarà pesantissimo. Lì dentro non ci saranno convizioni di sapere chissà cosa, niente conoscenze universali, niente importanza al detto, fatto e risolto, ma avrò ben chiara l'idea di quanto in là io mi possa spingere con i miei nervi, con i miei mezzi, di quanta gente inutile o cattiva esista, di quanto menefreghismo, di quanta furbizia, follia, scorrettezza.

La cosa peggiore è scoprire che delle persone riescono a calpestare a pie pari la tua dignità senza nemmeno rendersene conto. Brutto. Squallido. Per chi la subisce la violenza, sì. Ma stando da questa parte vi dico che cento volte sceglierei di stare dalla parte della vittima, perchè abbassarmi ad un livello tale mi farebbe tanto schifo da non potermi sopportare.

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