lunedì 11 luglio 2011

Lo spiraglio della morte

Parlavamo di morti in montagna, prima. E' stato un vero massacro ultimamente.
Ieri invece si è spento durante una gara Georg Plasa. Stava correndo, presumibilmente sul suo potente BMW che così tante volte mi ha fatto portare le mani alle orecchie, esagerando il gesto che ti fa capire quanto rumore potesse fare quell'auto bianca e blu quando passava, potente e veloce più delle altre. Ciao Georg, lasci tutti con un pò di amaro in bocca, ma sono sicura che nella tua vita avrai detto almeno una dozzina di volte a qualche tuo amico di voler finire là il tuo tempo, in auto, in gara, sulla strada. La Tua vita.
Il mio medico da parte sua se n'è andato sabato scorso, colpito tra i monti da una roccia staccatasi da un costone. Negli occhi ho ancora le parole di quell'amico che condivideva con lui quest'esperienza e quest'emozione, "se dovessi morire vorrei fosse in montagna". E così è stato. Tra i panorami che lo facevano sentire libero e forse completo, prima di tornare ad un tran tran che ormai rende tutti piccoli automi in preda alla follia quotidiana; ha detto addio a questo mondo, tuffandosi da qualche altra parte, un luogo 'altro', dove magari in montagna ci vai lo stesso, ma non c'è più il pericolo di soccombere, dove non devi gridare al tuo amico di spostarsi, dove la fatica è divertente e non senti il peso della pressione. Un luogo che ti porta sempre a sentirti vicino alla tua interiorità, sereno, in pace, dove il tempo che presuppone un prima, un adesso, un dopo non esiste più. Niente più minuti contati prima di tornare a casa, al lavoro, da chi non vogliamo vedere, a fare quello che non ci piace affrontare, ma che siamo obbligati a sopportare, giorno dopo giorno, stagione dopo stagione. 
Mi sono fermata un momento e ho provato a pensare dove vorrei essere io quando tutto cambierà volto. Credo di non saperlo ancora. Forse più che dove, la scelta potrebbe ricadere su un chi, qualcuno da avere vicino e che non ti faccia scappare da sola. Ma in questo momento, l'unica persona che vorrei accanto in un istante così importante, in un climax così potente, sarei io. Io e io soltanto, la tranquillità di avere me stessa vicino, conosciuta e sconociuta figura che mi sorregge e infastidisce in ogni ora del giorno. Ma che mi vuole bene. Almeno posso pensare potrei farcela ad avere amor proprio arrivata a quel punto, vedendomi in condizione di lasciar dietro le spalle anni di auto-soprusi.
Non ho paura. Si tratta di me, finalmente di me soltanto. Nessuno scocciatore a fare domande, nessuna canaglia a rubarti i sentimenti, niente di niente, sarà solo il mio momento e per questo non ho nessun timore. La vita fa più male. La vita ti porta in alto per qualche attimo e successivamente ti sa disintegrare nel modo più crudo e perfido che esista. 
No, la morte non ti fa bella, come in quel vecchio e strampalato film, ma potrebbe rappresentare un finale entusiasmante dopo questo incidentato film. E una vita quaggiù, credetemi, a volte può anche farti sognare un telo nero, che scende pesante. E non ci sei più. 

2 commenti:

  1. Se tu arrivassi veramente a volerti bene , ma bene veramente, non ci sarebbe niente di più entusiasmante dell'emozione nella continue sorprese del presente che diventa futuro. So cosa significhi il non provare orrore nel vedere o pensare alla propria fine..ma essendo stata anche al di la della barricata ,mio malgrado in quel momento, ho dovuto riflettere costantemente al significato di DOVER cercare con tuttte le forze qualcosa di bello , qualcosa che valesse la pena, qualcosa che avrebbe ridato dignità a tutto perchè quel tutto, il nostro piccolo mondo, è esattamente tutto ciò che abbiamo. Decorarlo e farlo respirare tocca solo a me e a te..

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  2. E' dura, vero tesoro?
    Ma quando vicino ci sono delle persone valide tutto può avere un senso più logico: amici, amore, famiglia.
    Mi manchi, in tutte le tue sfaccettature...

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